Londra in Smartworking: si svuotano gli uffici per contrastare la pandemia

di Domiziana Desantis

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L’emergenza sanitaria causata dal Covid ha messo in ginocchio l’economia mondiale, spingendo le grandi capitali del mondo a riprogrammare le proprie abitudini, di lavoro e di vita.

Anche la City di Londra non è da meno: il cuore pulsante della finanza europea sta piano piano abbandonando le scrivanie per abbracciare la filosofia dello smart working. Un duro colpo, per le aziende inglesi incastonate nella City, abituate com’erano a vivere nei propri uffici milionari.

I primi a effettuare questo cambio di rotta sono stati PwC (Pricewaterhouse Coopers), nota società di accounting della capitale inglese) e la casa di gestione Schroders.

Smartworking: il caso PwC e Schroders

PwC, nello specifico, ha comunicato al Guardian che nei prossimi mesi buona parte dei suoi dipendenti lavorerà principalmente in smartworking.

Stando alle parole del presidente Kevin Ellis:

Il lockdown ha dato il colpo di grazia al presenzialismo, non c’è dubbio su questo. Molti leader hanno capito che il loro staff può essere altrettanto produttivo, coinvolto e felice lavorando da casa.

Schroders, invece, punta sullo smartworking a 360°, anche a fine emergenza, per promuovere un lavoro più flessibile e migliorare la produttività nel lungo termine.

Il CEO, Peter Harrison, ci comunica che:

La pandemia ha cambiato la società in maniera irreversibile. L’ufficio diventerà un posto in cui convocare le riunioni periodiche tra i dipendenti, ma il lavoro quotidiano si svolgerà nelle case.

C’è da dire che la Gran Bretagna ha vissuto la pandemia in lieve ritardo, rispetto all’Italia e al resto del mondo. La ripartenza, quindi, è ancora lontana per loro e sono ancora tanti i cosiddetti “collari bianchi” che sono effettivamente ritornati in ufficio (o stanno per ritornarci).

Londra diventerà capitale dello smartworking

Rispetto al 26% di Parigi e al 22% di Barcellona, a Londra il 69% dei lavoratori è ancora in smartworking. Le aziende della City e non solo stanno spingendo per mantenere il lavoro da casa una nuova buona abitudine, per ridurre sensibilmente i rischi del contagio, ma anche per migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Uno dei – pochi – dati positivi di questa pandemia è la scoperta del lavoro da remoto, che ha ridotto i tempi di spostamento per i lavoratori, con un conseguente miglioramento dell’ambiente e dello stato d’animo dei pendolari.

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, non è particolarmente d’accordo con queste scelte. La ragione è molto semplice: se la gente rimane a casa nelle ore lavorative, ci sarà un duro colpo all’economia della città, che vedrà una sensibile diminuzione di pendolari e pasti consumati fuori casa nelle ore di punta. In una recente intervista, Sadiq Khan ha dichiarato quanto segue:

Se tutti restassimo a casa per il centro di Londra sarebbe un problema. Molte piccole attività si basano proprio sul fatto che le persone vadano al lavoro: bar, caffè, lavanderie, calzolai e tanti altri.

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Domiziana Desantis

Il potere delle parole mi ha sempre affascinata, tanto che ho fatto della comunicazione la mia professione. Lavoro come Web Content Creator & Editor in Nextre Digital, web Agency di Milano, e scrivo contenuti per il blog di Mirko Cuneo.

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