Fondo Nazionale Innovazione: come funziona e chi finanzia

di Nextre Admin

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Il Fondo Nazionale Innovazione (FNI) è un soggetto multifondo di Venture Capital ideato per supportare startup e micro, piccole e medie imprese che necessitano di accedere a capitali per l’innovazione.

Con una dotazione di 1 miliardo di euro, divisa in modo equo tra Cassa Depositi e Prestiti e Governo, il FNI opera in una logica di mercato di lungo periodo andando a riunire risorse economiche sia pubbliche che private.

La logica del Fondo Nazionale Innovazione prevede le modalità operative degli investimenti diretti e indiretti, a loro volta effettuati dai singoli fondi del FNI in modo selettivo. La finalità ultima di ogni singolo investimento deve essere quella di apportare un beneficio non solo a startup, scaleup e FNI innovative, ma anche al sistema Paese evitando il più possibile la dispersione di risorse economiche e/o intellettuali.

Per questo motivo tutti gli investimenti del Fondo Nazionale Innovazione seguono dei rigidi criteri selettivi, così da dare valore e generare impatto in relazione al sistema economico nazionale.

Che cos’è il Fondo Nazionale per l’Innovazione

Il FNI nasce con la Legge di Bilancio 2019 a seguito della cessione del del 70% di Invitalia ventures Spa a Cassa Depositi e Prestiti, attraverso la holding di quest’ultima, CDP Equity.

Una vera e propria scommessa che, alla luce dell’imprevista emergenza Covid-19, sta rappresentando una risorsa di primo livello per tante realtà italiane che mirano a diventare realmente competitive sul mercato nazionale ed europeo.

Basti infatti pensare che, a oggi, gli investimenti erogati dal FNI vanno oltre i 100 milioni di euro che sono andati a finanziare all’incirca 240 realtà aziendali. Un dato che rende il Fondo Nazionale Innovazione uno dei lead investor, soprattutto per quel che riguarda il settore digitale.   

Per il prossimo futuro il FNI continua inoltre ad avere obiettivi ben chiari. Il multifondo ha infatti presentato un piano strategico il cui obiettivo finale è quello di arrivare a effettuare 1 miliardo di euro di investimenti entro il 2022. Una cifra che potrebbe essere addirittura raddoppiata visto che il capitale di partenza, proprio 100 milioni di euro, è cresciuto a 140 milioni di euro grazie ad accordi portati avanti e chiusi tra luglio e settembre 2020.

Quali sono i suoi obiettivi

La finalità ultima del FNI è quella di sostenere lo sviluppo dell’innovazione.

Per questo motivo gli investimenti per PMI e startup vengono gestiti allo scopo di rispondere nel modo più adeguato agli interessi di investitori e imprenditori contribuendo in questo modo allo sviluppo economico a alla crescita delle aziende.

Anche per questo FNI è una soggetto particolarmente sensibile nei confronti di tutte le realtà all’avanguardia dal punto di vista tecnologico: una caratteristica questa che rappresenta un valore aggiunto importante non solo per l’azienda (o startup stessa) ma anche per potenziali investitori e per l’economia del paese.

Basti pensare all’interesse mostrato dal multifondo nei confronti di una realtà all’avanguardia nel settore del biotech come InnoHeart. Startup tutta italiana, InnovHeart ha realizzato in soli cinque anni di attività dei sistemi tecnologici per il trattamento delle patologie cardiache. Grazie a FNI e ad altri due investitori (Genextra e Panakes Partners) ha raccolto il 10 agosto scorso ben 20 milioni di euro.

Tra le altre startup italiane c’è anche Weschool, che ha stipulato un accordo da 6,4 milioni di euro con FNI sempre come co-investor.

Ne consegue che, attraverso queste importanti manovre finanziarie, il Fondo Nazionale Investimenti riesce anche a dare opportunità di lavoro a professionisti e a creare nuove posizioni lavorative.

Chi può accedere ai fondi

Il Fondo Nazionale Investimenti si rivolge a tutte le PMI e startup italiane (di queste ultime se ne contano più di 10 mila presenti su tutto il territorio nazionale) con investimenti mirati.

Questi sono effettuati secondo due forme diverse: gli investimenti diretti e gli investimenti indiretti. I primi sono pensati per andare a finanziare le aziende nel capitale, mentre i secondi vengono realizzati per mezzo di fondi Venture Capital.

Come abbiamo già accennato alcuni settori sono ritenuti strategici dalla logica del FNI per la loro capacità di effettuare investimenti mirati, flessibili e capaci di produrre impatto. Tra questi vi sono i settori della Fintech e Mobility, della Deep Tech, del Blockchain e delle EcoIndustries. Sono disponibili anche altre forme di investimento per la sanità, il design e il made in Italy.

Tutte le aziende e startup che desiderano accedere ai fondi possono fare richiesta, ma sarà il FNI stesso a individuare le realtà a cui distribuire gli investimenti attenendosi a uno rigido metodo selettivo e a una serie di prerequisiti. In questo modo si andrà a valutare la capacità generare valore, a livello micro e macroeconomico.

Per esempio, per poter accedere ai fondi è necessario che l’azienda o la startup operi sul territorio nazionale, che presenti un alto potenziale di sviluppo e che non sia quotata sul mercato azionario.

Così facendo le startup e/o aziende potranno essere supportate concretamente su progetti concreti già in fase di sviluppo, ma anche in fase di sperimentazione (nel caso in cui si tratti di un settore particolarmente strategico).

Tutti i fondi attivi

Il Fondo Nazionale Investimenti vanta al momento quattro fondi già attivi che si avvalgono di investimenti diretti e indiretti.

Fondo Italia Venture I

Questo fondo è attivo già dal 2015 e supporta con successo startup e PMI in fase di crescita e che operano nel settore dell’high tech e del digitale. Ha una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro.

Fondo Italia Venture II – Fondo Imprese Sud

Nato per supportare al meglio le imprese del Sud Italia nelle fasi di crescita ed espansione, questo fondo ha una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro.

Fondo di Fondi VenturItaly

L’obiettivo di questo fondo, con una dotazione finanziaria di 300 milioni di euro, è quello di generare nuove figure professionali nel mondo del lavoro andando a formare team aziendali o integrandone altri già esistenti.

Fondo Acceleratori

Con una dotazione di 125 milioni di euro, questo fondo è il più giovane poiché è stato creato nel maggio 2020. La sua mission è quella di supportare l’accelerazione verticale in ambiti considerati strategici per l’economia del Paese, tramite investimenti diretti o indiretti.

Oltre ai fondi esistenti il FNI ha già programmato l’istituzione di tre nuovi fondi:

  1. Fondo Corporate Startup: che investirà in startup che operano in settori stretegici coinvolgendo aziende partecipate dal Gruppo CDP. Dotazione iniziale 150 milioni di euro.
  2. Fondo Tech Transfer: che investirà in startup e in fondi verticali specializzati nel settore tecnologico. Dotazione iniziale 150 milioni di euro.
  3. Fondo Late Stage: che supporterà le startup già attive per il loro consolidamento sul mercato nazionale e per la loro espansione all’estero. Dotazione di 100 milioni di euro.

Opportunità per rilanciare le imprese

Il Fondo Nazionale Investimenti rappresenta dunque una risorsa preziosa per l’economia di un sistema Paese che, oggi più che mai, necessita di tornare a essere competitiva.

Questa opportunità deve essere però abbinata a una mentalità “giusta” e capace di interpretare davvero i tempi odierni. Per essere un imprenditore di successo non basta infatti avere la famosa “buona idea”: l’impresa deve funzionare e generare valore sul piano macroeconomico così da contribuire a creare un vero e proprio ecosistema virtuoso.

Un approccio di questo tipo dovrebbe essere abbinato anche a questioni etiche, un argomento delicato visto l’utilizzo sempre più massiccio di intelligenza artificiale nel settore tecnologico.

Di questi tempi l’innovazione più importante dovrebbe essere quella di mettere al centro la persona (come essere umano e professionista) valorizzandola anche attraverso i risultati che si sono raggiunti in ambito tecnologico. Così facendo si può auspicare un rilancio delle imprese funzionale sia sul piano etico che su quello economico.

Gli sforzi fatti finora dal FNI per selezionare realtà di questo genere sono concreti: basti pensare al grande interesse dimostrato dal fondo nei confronti del settore biotech che, da solo, coniuga tecnologia e umanità.

Per questo motivo crediamo che le opportunità per rilanciare le imprese esistano, a volte però è necessario abbracciare una visione più ampia in cui valorizzare la propria realtà significa al contempo dare valore al sistema Paese.

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