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Navigazione in incognito e privacy: Google alza l’asticella

di Eleonora Truzzi

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La privacy di Chrome sarà maggiormente tutelata, così come annuncia Chrome in una recente dichiarazione.

La funzione che consentiva ai publisher di rilevare l’attività degli utenti in modalità di navigazione in incognito nel browser di Chrome non funzionerà più.

In una dichiarazione pubblicata il 18 luglio, Barb Palser, partner development manager di Google, afferma che lo scopo primario della modalità di navigazione in incognito di Chrome si basa sulla possibilità di navigare in modo da non lasciare traccia.

“Le persone scelgono di navigare sul Web in privato per molte ragioni”, afferma Palser.

Tuttavia, la navigazione privata secondo Google e i termini di privacy vigenti non sono opportunamente allineati.

Secondo le pagine di supporto di Google, durante la modalità di navigazione in incognito, Chrome non salva la cronologia di navigazione, i cookie, i dati del sito o le informazioni inserite nei moduli.

Detto ciò, l’attività di navigazione non viene nascosta ai siti Web visitati, al datore di lavoro, alla scuola o al provider di servizi Internet.

Questo spiega perché, nonostante l’utilizzo della modalità di navigazione in incognito, chi per esempio visita i siti pornografici, non può evitare che le proprie preferenze sessuali non vengano tracciate.

Chrome, infatti, consente ai proprietari dei siti e ai publisher di rilevare quando gli utenti navigano in privato, pur utilizzando la funzione in incognito.

Perché questo accade?

È tutta una questione di soldi. Alcuni utenti usano la funzionalità di navigazione privata nel tentativo di aggirare i pay-per-contenuti.

Rilevando quando un utente si connette in incognito, il publisher ha due alternative: chiedere l’accesso o pretendere la registrazione per visualizzare il contenuto desiderato.

Ciò è possibile poiché l’API (Application Programming Interface) del file system di Chrome è disabilitato durante la modalità in incognito, proprio per impedire di lasciare tracce sul dispositivo stesso.

Controllando la disponibilità API, i siti possono riconoscere una sessione di navigazione privata.

“Con il rilascio di Chrome 76 programmato per il 30 luglio, il comportamento dell’API File System verrà modificato per rimediare a questa situazione”, dichiara Palser.

Google afferma che Chrome “Applicherà le stesse regole per porre fine al rilevamento delle attività in modalità in incognito”.

Stuart Peck, direttore della strategia di cibersicurezza presso ZeroDayLab, afferma che: “i siti Web troveranno sempre il modo di aggirare i browser scavalcando le impostazioni della privacy; il segreto sta nell’interrompere gli algoritmi utilizzati per tracciare i comportamenti dei visitatori”.

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Eleonora Truzzi

Eleonora Truzzi - Scrivo contenuti per il blog di Mirko Cuneo.

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