American Eagle non vuole esagerare con la tecnologia nei negozi. Perchè?

di Mirko Cuneo

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American Eagle Outfitters è uno dei pochi brand “da centro commerciale” che registra aumenti costanti di guadagno durante i trimestri.

Kyle Andrew, direttore marketing di American Eagle, attribuisce gran parte del successo alla sua volontà di sperimentare nuovi modi per ascoltare efficacemente i clienti adolescenti.

Durante la conferenza UBS Future of Retail tenutasi a New York City lo scorso lunedì, i dirigenti dell’azienda hanno spiegato dettagliatamente le strategie vincenti da adottare per aumentare le entrate.

“Fallire è normale, non esistono crescite senza sbagli. Il fallimento rappresenta una buona opportunità per capire cosa funziona e cosa no. American Eagle è bravissima in questo senso; eseguiamo costanti ricerche al fine di migliorare il nostro fatturato online e offline”.

La società American Eagle è un punto saldo di numerosi centri commerciali, è riuscita a restare a galla evitando le grandi chiusure di massa registrate durante gli ultimi anni.

A settembre la società ha registrato il 18° trimestre consecutivo di vendite comparabili positive, con un aumento del 2% nel secondo trimestre del 2019. Le recenti iniziative (come l’American Eagle Youth Council, ovvero un gruppo di adolescenti che si consulta regolarmente con il team aziendale analizzando gli stili di abbigliamento) e gli sforzi aziendali hanno contribuito a costruire la cache del brand.

“Ai tempi d’oro era tutto incentrato su Abercrombie e American Eagle, marchi che suggerivano alla gente come apparire, cosa indossare ecc. Ora stiamo attuando strategie completamente differenti.

Abbiamo creato un database molto potente. Dopo tanti anni riconosciamo efficacemente le necessità del cliente e proviamo a soddisfarle”.

Quando si tratta di innovazione, American Eagle usa i piedi di piombo:

La tecnologia ha lo scopo di migliorare l’esperienza del cliente. Molti brand però, ci prendono la mano, continuando a proporre idee strampalate, solo perché vanno di moda”.

Kambiz Hemati, vicepresidente del design globale del negozio presso Foot Locker, è d’accordo: “Ogni volta che abbiamo esagerato con gli impianti tecnologici in negozio, trasformando i nostri muri in grossi iPad, abbiamo fatto flop”.

Non ha senso modernizzare il punto vendita facendolo somigliare ad un luogo futuristico, ciò che conta è la qualità degli articoli proposti e la capacità di comprendere la clientela.

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Mirko Cuneo

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