Coaching e psicologia: quali sono le differenze?

di Mirko Cuneo

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coaching e psicologia

Coaching e psicologia sono da sempre due termini confusi e utilizzati in maniera impropria In realtà, essi consistono in due approcci completamente diversi, riguardanti il supporto di individui e gruppi di persone.

Con questo articolo voglio portare chiarezza, in modo da far comprendere i punti di forza e gli obiettivi che differenziano coaching e psicologia.

Ciò che può essere già premesso, è che entrambi gli approcci possono riguardare il mondo del lavoro, in quanto sia psicologica che coaching mirano al miglioramento e al raggiungimento di obiettivi

Mentre il coaching aziendale (business coaching) guida il lavoratore concentrandosi sul presente e sul futuro, il supporto psicologico risana le ferite passate, elabora i processi mentali e affronta disturbi e traumi psicologici.

Nel primo, però, possono essere presenti competenze di psicologia come l’empatia, la comunicazione efficace e la comprensione dei processi mentali, ma il coaching si distingue per il focus sull’azione, sulle soluzioni e sul raggiungimento degli obiettivi, piuttosto che sull’analisi approfondita dei problemi psicologici. Un buon coach non si sostituisce mai ad uno psicologo, in quanto il suo operato riguarda tutt’altre procedure e tecniche.

Nei prossimi paragrafi ti darò maggiori informazioni riguardo al coaching e alla psicologia positiva e cercherò di farti comprendere l’importanza di un business coach all’interno di ogni realtà aziendale.

Chi è un coach?

Senza tanti giri di parole, per coach si intende un professionista capace di far sviluppare e crescere le competenze, i talenti e le risorse del coachee (colui che riceve il coaching).

Il termine “coach” risale agli anni ‘70, precisamente al mondo del tennis. In quegli anni l’allenatore W. Timothy Gallwey, della squadra di tennis presso l’Harvard University, diventò un tutor universitario capace di guidare gli studenti lungo il percorso formativo. In automatico, si ritrovò nei panni di un coach!

In Italia il coach, come già anticipato, non può sostituirsi allo psicologo (non ne ha motivo) e opera in base a quanto previsto dalla legge 4/2013. Questa normativa stabilisce che è possibile istituire un’associazione privata per tutte quelle attività professionali prive di un apposito albo.

Un coach, sebbene non abbia una legge specifica che lo regola, assume tale ruolo se segue corsi di formazione accreditati, pratica e ottiene certificazioni riconosciute.

In base al settore in cui interviene il coach, si può sentir parlare di:

  • Life Coach: aiuta a identificare e raggiungere obiettivi personali, migliorare le relazioni, gestire lo stress e ottenere un senso di realizzazione nella vita;
  • Business Coach: migliora le prestazioni aziendali, sviluppa capacità di leadership, aiuta a gestire il tempo ed affrontare sfide organizzative. Migliora le competenze manageriali e il aiuta a raggiungere gli obiettivi aziendali;
  • Mental Coach: aiuta gli individui a gestire lo stress, a migliorare la concentrazione, a sviluppare la resilienza mentale e a massimizzare il proprio potenziale attraverso tecniche psicologiche e di visualizzazione;
  • Sport Coach: lavora con atleti e squadre, fornendo supporto nell’allenamento, nella strategia di gioco, nella gestione dello stress pre-gara/post-gara e nell’affrontare le sfide psicologiche specifiche dello sport.
coaching e psicologia

Mentre il coach è un professionista estremamente pratico, che guida e allena i talenti, lo psicologo è un professionista della salute che tramite metodologie e tecniche aiuta il paziente a risolvere i problemi della vita quotidiana risanando traumi passati e lavorando sui punti di debolezza.

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Lo psicologo, quindi, aiuta il paziente a comprendersi meglio e a lavorare su uno specifico problema di vita o fase di difficoltà transitoria. Spesso tratta anche casi di psicopatologia, ovvero lo studio scientifico dei disturbi mentali, compresi i sintomi, le cause e i trattamenti. In questo caso lo psicologo indaga le condizioni che influenzano il funzionamento psicologico e comportamentale, come depressione, ansia, schizofrenia, partendo dagli aspetti biologici, psicologici e sociali per comprendere e trattare tali disturbi.

Se parliamo di leggi, in questo caso, è possibile citare l’art. 1 della Legge 56/89 che definisce lo psicologo come “un professionista che svolge attività di prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, abilitazioneriabilitazione, sostegno e consulenza in ambito psicologico, rivolte al singolo individuo, alla coppia, al gruppo e altri organismi sociali o comunità”.

In Italia, per diventare uno psicologo è necessario:

  • Laurearsi in Psicologia (5 anni di studio);
  • Svolgere un tirocinio post-lauream della durata di un anno;
  • Conseguire l’Abilitazione all’esercizio della professione (Esame di Stato);
  • Iscriversi all’Albo professionale.

Possono operare come psicologi solo i professionisti iscritti all’Albo. Quest’ultimo serve ai cittadini, in quanto possono liberamente consultare l’albo e verificare se il proprio psicologo è un professionista è abilitato. 

Differenza tra percorso di coaching e psicologico

Arriviamo alla parte pratica e cerchiamo di capire cosa cambia, ai fini del percorso, tra il coaching e la terapia psicologica.

Il coaching e la psicoterapia sono entrambi processi di sostegno, e questo è ormai chiaro, ma operano in maniera diversa:

  • Obiettivo: il coach aiuta, con esercizi e altre azioni concrete a migliorare le prestazioni e allenare i talenti, concentrandosi sul futuro. La psicoterapia risolve problemi psicologici e migliora il lato emotivo, rielabora il passato e comprende le cause profonde dei problemi attuali;
  • Metodo operativo: il coaching è basato sull’approccio O.D. (organizational development) toccando le prestazioni dell’individuo, mentre la psicoterapia si basa su domande continue, investigazioni e cura, con spunti anche psicoanalitici;
  • Durata: il coaching ha una durata estremamente più corta rispetto alla terapia psicologica. Il primo dura da poche settimane a qualche mese, mentre la psicoterapia può durare mesi o anche diversi anni;
  • Tecniche e strumenti: il coach pone domande maieutiche, incisive, rilascia feedback e mette a disposizione scelte creative. Lo psicologo, invece, usa tecniche prettamente psicologiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia psicoanalitica o la terapia sistemica.
  • Ruoli dei professionisti: il coach guida e facilita il processo di crescita e miglioramento. Il terapeuta risana le ferite psicologiche e riequilibra lo stato emotivo del paziente.

Da questa analisi si evidenzia quanto, i due percorsi, riguardano due servizi apparentemente simili ma che dal punto di vista pratico toccano punti completamente diversi.

coaching e psicologia positiva

Cosa hanno in comune?

Se coaching e psicologia sono così diversi, perché vengono confusi?

Probabilmente, se fino a questo punto sono stato bravo a spiegarti la differenza tra i due approcci, sarà facile che tu, ora, ti ponga questa domanda.

Chi conosce bene coaching e psicologia, sa che condividono diversi punti in comune:

  • Relazione tra professionista e cliente di alto valore: nella psicologia si parla di alleanza terapeutica basata sull’empatia, fiducia e rispetto reciproco. Nel coaching, si parla di partnership tra coach e coachee;
  • Ascolto attivo e comunicazione efficace: psicologo e coach sono in grado di comprendere le esigenze e i desideri del cliente, fornendo feedback costruttivo e incoraggiamento. Comunicazione chiara e empatica favoriscono comprensione e cambiamento;
  • Auto-riflessione e auto-consapevolezza: sia terapia psicologica che coaching, attraverso domande stimolanti e tecniche di esplorazione, aiutano l’individuo a comprendere i propri pensieri, emozioni e comportamenti;
  • Strategie di gestione dello stress e dell’ansia: tanto nella psicologia quanto nel coaching, vengono insegnate tecniche di rilassamento, mindfulness e controllo delle emozioni per affrontare situazioni difficili e migliorare il benessere generale;
  • Principi etici e professionali: entrambi i professionisti devono rispettare la privacy e la confidenzialità dei clienti, agire nell’interesse del loro benessere e evitare qualsiasi forma di danno o discriminazione.

Insomma, pur con le loro distinzioni, coaching e psicologia condividono una serie di principi fondamentali che offrono sostegno e incoraggiamento per aiutare gli individui a superare le sfide di vita.

A chi è utile un percorso di coaching?

Un percorso di coaching può essere utile ad una vasta gamma di persone in diversi contesti, specialmente nell’ambito lavorativo e aziendale. 

Per i dirigenti e i manager, il coaching può aiutare a sviluppare capacità di leadership, gestione del tempo ed efficacia nella comunicazione. I liberi professionisti possono raggiungere obiettivi di carriera, imparare a gestire lo stress e migliorare le prestazioni. Inoltre, i dipendenti possono beneficiare di un coaching che favorisca lo sviluppo delle competenze, la motivazione e la crescita personale. 

Nel contesto aziendale, un business coach può essere prezioso per gli imprenditori e i proprietari di piccole imprese, fornendo consulenza su strategie di crescita, pianificazione aziendale e sviluppo di leadership. Anche le squadre di lavoro possono trarre vantaggio dal coaching, che favorisce la collaborazione, la comunicazione efficace e la coesione del team. 

Importantissime, inoltre, le attività di team building svolte dai coach, che hanno come scopo quello di promuovere la coesione di gruppo, la collaborazione e la fiducia tra i membri del team attraverso attività coinvolgenti e interattive. Queste iniziative aiutano a migliorare le relazioni interpersonali e a ottimizzare le prestazioni collettive nel contesto lavorativo.

Se quanto spiegato fino ad ora ha attirato tua attenzione e desideri sfruttare le potenzialità del coaching per migliorare la tua attività lavorativa, contattami per una consulenza dedicata

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Mirko Cuneo

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